Si è chiuso il progetto È l’idea che fa il coraggio. Prospettive femminili sulla Seconda guerra mondiale, realizzato grazie al contributo della Fondazione della Comunità Bergamasca.

È stata per l’Isrec un’esperienza ricca e articolata che qui riassumiamo in qualche breve scheda.

Presentazione generale

Il progetto ha risvegliato l’attenzione della comunità bergamasca sulla storia delle donne nella Seconda guerra mondiale e la prova forse più lampante è che la Città di Bergamo ha dedicato alcune vie ad alcune delle donne studiate nel progetto (via sorelle Coggiola inaugurata in primavera e via Laura Levi e via Frida Ballini di prossima apertura). Visita la sezione

L’obiettivo è stato raggiunto grazie alla ricerca che ha portato a una risistemazione del materiale presente in Isrec e a un suo arricchimento (carte Coggiola, alcuni documenti di Lydia Curti, le audiointerviste a Velia Sacchi). Visita la sezione

Come previsto dal progetto, la ricerca si è sviluppata parallelamente alla divulgazione resa possibile dalla mostra È l’idea che fa il coraggio: inaugurata nel carcere di Sant’Agata a Bergamo (aprile 2016) ha fatto sentire la voce delle donne per ben due anni consecutivi in città e in provincia e ha saputo aprire un dialogo intergenerazionale. Visita la pagina dedicata

La rete di relazioni tanto locali che internazionali messa in campo nel progetto ha permesso di superare anche gli imprevisti: una malattia di Esther Béjarano ha costretto ad annullare il concerto previsto per il 27 gennaio 2017. Al suo posto è stato realizzato un progetto editoriale sulle sue canzoni e si è presentata una serata con la scrittura di una canzone inedita per Frida Misul. Visita la sezione

L’approfondimento nella storia locale non ha chiuso il progetto in una dimensione esclusivamente bergamasca: l’attenzione alla storia delle donne ha portato l’Isrec a sostenere la formazione di In treno per la memoria che ha portato ad Auschwitz circa 700 ragazzi lombardi (visita la sezione) e a partecipare alle Journées Charlotte Delbo di Vigneux sur Seine ed a essere invitato al Centro di Cultura Italiano di Budapest per il 25 aprile 2017 (visita la pagina dedicata).

Gli stimoli del progetto ci hanno spinto a sperimentare e provare, attraverso storie di donne, a raccontare ai bambini di una scuola dell’infanzia la nostra storia per tenere il filo tra gli eventi della Seconda guerra mondiale e il nostro presente. Visita la sezione

Gli incontri con gli studenti

1. Un incontro intorno alla mostra con i ragazzi del Patronato San Vicenzo e della Scuola Media Mazzi

Alla fine dell’anno scolastico 2016 abbiamo organizzato un approfondimento intorno alla mostra per i ragazzi della Scuola Media Mazzi e del Patronato San Vincenzo. Dopo avere formato i giovani del Patronato a diventare guide della mostra i ragazzi l’hanno illustrata agli studenti della Mazzi in un dialogo tra generazioni intorno alla nostra storia.

La mostra è stata trasferita alla scuola Mazzi e il rapporto con questa scuola ed alcuni suoi insegnanti si è consolidato così da proporre un’altra mostra nell’atrio della scuola  anche nel 2017.

2. Dalla mostra al viaggio di In treno per la Memoria: l’attenzione alle tema della deportazione femminile per 700 ragazzi diretti in visita ad  Auschwitz

Il lavoro di ricerca svolto per il progetto ha permesso di arricchire la formazione dell’iniziativa  In treno per Auschwitz: questa iniziativa è realizzata ogni anno dai sindacati di CGIL CISL UIL della Lombardia e porta ogni volta circa 700 ragazzi lombardi in visita al campo di Auschwitz. Grazie al progetto, si è contribuito alla realizzazione del treno e si è proposto un approfondimento sul tema della deportazione femminile.

3. La mostra in occasione dell’inaugurazione della via Sorelle Coggiola

Nel maggio 2017, allo spazio giovanile del POLARESCO, in occasione delle celebrazioni per l’intitolazione della via Sorelle Coggiola è stata riproposta la mostra tratta dal progetto E’ l’idea che fa il coraggio.

Sono  stati inoltre organizzati  laboratori per le scuole intorno al tema della storia delle donne e della loro memoria: hanno partecipato un centinaio di ragazzi che hanno visto la mostra allestita nell’ingresso del Polaresco.

Il gruppo di giovani artisti che lavora al Polaresco ha voluto realizzare un murales sul muro antistante la via e di proprietà dello spazio giovanile.  Insieme ai giovani artisti l’Isrec ha discusso della storia delle donne e delle Coggiola in particolare e a partire da questa riflessione si è scelto di dipingere un particolare di un disegno satirico di Dora Coggiola, che ritrae le sorelle, e di accompagnarlo con una frase pronunciata da Marisa Scala, pronunciata durante il processo all’SS Seifert.

Un appuntamento significativo

Nell’estate 2017 la mostra è stata allestita alla Casa della Resistenza sui Colli di Fonteno, accolta dall’Anpi Val Caleppio.

È stata questa un’importante occasione di incontro con il territorio bergamasco e la sua collettività: la mostra è rimasta infatti visibile durante le tante iniziative organizzate in questa casa-rifugio della Resistenza bergamasca

L’arricchimento dell’archivio

Il progetto ha portato a un indubbio arricchimento dell’archivio dell’Isrec.

Innanzitutto la ricerca ha prodotto uno scavo nei documenti raccolti negli anni con una particolare attenzione alla storia delle donne. Questo ha portato a creare delle sotto classificazioni del nostro archivio che saranno molto utili a futuri ricercatori. I migliori risultati in quest’ottica sono la creazione di un indice consultabile delle audio-interviste delle donne bergamasche presenti all’interno della fonoteca dell’Isrec e una cartella che all’interno delle circa 3000 schede di richiesta per la qualifica di partigiano/patriota riunisce le copie di quelle inoltrate dalle donne.

La ricerca ha portato non solo a acquisire materiali d’epoca di vario tipo per la realizzazione della mostra, ma ha ampliare i fondi con l’acquisizione del Fondo Sorelle Coggiola, di alcune carte Lydia Curti e delle audiointerviste a Velia Sacchi.

Il progetto e il 27 gennaio

Il progetto ha avuto un imprevisto durante il suo svolgimento: il concerto previsto non è stato possibile per una malattia di Esther Béjarano. Lo studio intrapreso e i rapporti allacciati nel progetto hanno permesso di mettere in campo una serata con gli interventi di Elisabetta Ruffini, letture di Rosangela Sfragara e interventi musicali del gruppo La Malaleche che hanno proposto per l’occasione una canzone inedita dedicata a Frida Misul.

Il tema delle donne e la prospettiva femminile è stata così nonostante tutto messa al centro dell’attenzione della collettività.

Il lavoro su Esther Béjarano si è trasformato nella proposta di un progetto editoriale a Il filo di Arianna. Abbiamo chiesto l’elaborazione di un progetto editoriale rivolto ai giovani a partire dalle canzoni di Esther Béjarano, che sarà pubblicato prossimamente.

I rapporti con le istituzioni internazionali

Il progetto ha aperto una serie di rapporti con istituazioni internazionali importanti. L’Isrec portando nella sua riflessione un’attenzione acuta per prospettiva delle donne è stato invitato a intervenire nelle Journée Charlotte Delbo à Vigneux sur Seine e a Budapest, al Centro di Cultura Italiana. Qui in occasione del 25 aprile 2017 abbiamo proposto una riflessione sulla memoria della Resistenza in Europa che si è chiusa con lo spettacolo “La Primavera” tratto da Nessuno di noi ritornerà di Charlotte Delbo. Il nostro inetrvento  è stato il fulcro delle celebrazioni ufficiali per la Liberazione del nostro paese dal nazifascismo.

L’Isrec ha così ricordato il suo 25 aprile in una prospettiva europea e intesso rapporti che lo accompagneranno nei lavori a venire.

Cittadinanza e Costituzione alla scuola dell’infanzia

Grazie al progetto abbiamo assistito il percorso su Cittadinanza e Costituzione organizzato dalle maestre con un gruppo di mamme della scuola dell’infanzia Arcobaleno di Bergamo.

Grazie al contributo della Fondazione della Comunità bergamasca abbiamo potuto stampare alcune copie in più per far conoscere l’impegno dei bambini.

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